sabato 8 giugno 2013

Internet of things: il limite è la fantasia

Un giorno gli oggetti potranno comunicare tra loro. Potranno accedere a miliardi di dati e ad un’intelligenza elaborativa complessa. Un giorno gli oggetti potranno imparare e collaborare tra loro per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi. Un giorno gli oggetti resteranno in contatto con l’azienda che li ha prodotti per tutta la durata della loro vita.

Quel giorno non è lontano.

Secondo le stime di Cisco, oggi ci sono circa 10 miliardi di oggetti collegati a internet e questo numero aumenterà velocemente fino a raggiungere i 50 miliardi nel 2020. Stiamo parlando di semafori, lampade, caldaie, forni, macchine utensili, automobili, ... ogni oggetto può essere connesso a internet (oggi meno dell'1% degli oggetti è interconnesso).
Questa rivoluzione si chiama Internet of things. Tutti ne saremo coinvolti ed è una delle principali opportunità di business per i prossimi anni (secondo Cisco produrrà 14.400 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni).

Spesso quando si parla di internet of things, il focus è sulle tecnologie, ma questa è un’innovazione technology-push (cioè abilitata dalla tecnologia) e come per tutte le innovazioni di questo tipo, il problema principale non è “come”, ma “perchè”. La tecnologia rende infatti possibile connettere ad internet i prodotti., ma la sfida è quella di utilizzare l'interconnessione creare valore. Il vero limite è dunque la nostra fantasia.

Internet of things sta esplodendo perchè si stanno verificando una serie di condizioni:
  • l'interconnessione degli oggetti è un aspetto del bisogno umano fondamentale di comunicare,
  • le tecnologie abilitanti sono sufficientemente mature ed economiche,
  • esiste un'infrastruttura disponibile (web, reti di comunicazione, cloud computing, smartphone),
  • dal punto di vista culturale, internet è entrata nelle nostre vite.
I prodotti connessi a internet continueranno a fare quello che fanno oggi, ma potranno anche:
  • fornire informazioni: gli oggetti potranno raccogliere informazioni sul funzionamento, sul proprio stato o sull’ambiente circostante ed inviarle dovunque via internet. (Esempio: Sorin - Smartview) ,
  • ricevere informazioni: ogni prodotto potrà avere accesso ad informazioni contenute ovunque e prodotte da qualsiasi fonte (Esempio: WeatherTRAK),
  • imparare: ogni prodotto potrà avere un'applicazione software accessibile via web e che gli permetterà di elaborare molte informazioni e di imparare (Esempio: Nest),
  • essere aggiornati periodicamente: in un mondo in cui l'evoluzione è particolarmente veloce, sarà possibile aggiornare i prodotti già venduti per allungarne la vita o migliorarne le prestazioni (Esempio: Bose - Bluetooth Headset),
  • essere comandati da remoto: gli utilizzatori o i supervisori potranno controllare le diverse funzioni del prodotto da remoto, utilizzando ad esempio uno smartphone  (Esempio: Sorgenia - Mypresa)
  • automatizzare alcuni comportamenti e prendere alcune decisioni: sulla base delle informazioni ottenute dal contesto e mediante la capacità di elaborazione, i prodotti potranno prendere decisioni ed eseguire automaticamente alcune operazioni (Esempio: SmartStart)
  • collaborare in modo intelligente: gli oggetti e gli utilizzatori costituiranno una sorta di rete sociale, nella quale i comportamenti degli uni potranno influenzare i comportamenti degli altri (Esempio: Energy@home).
L'interconnessione dei prodotti non è soltanto l'aggiunta di nuove funzionalità, ma è un nuovo modo di pensare ai prodotti stessi, alla loro esperienza di utilizzo ed alla relazione tra aziende e clienti.
Oggi molte di queste opportunità sono ancora inesplorate e la connessione a internet dei prodotti spesso è considerata poco più di un gadget. Tra qualche anno però molti prodotti saranno connessi ad internet e quelli non connessi perderanno gran parte del loro valore.
È dunque necessario prendere parte a questa rivoluzione e credo che il modo migliore per farlo sia quello di iniziare a pensare che cosa potrebbero fare i nostri prodotti se fossero interconnessi (come sempre il modo migliore per imparare è iniziare a fare).

Di seguito alcuni link a siti interessanti sull'internet of things:

CALL TO ACTION
Il primo piccolo passo potrebbe essere quello di immaginare di aggiungere al proprio prodotto un’antenna che raccoglie e riceve informazioni e che rende possibile l'accesso a internet e ad una capacità di elaborazione dati illimitata.
Si potrebbe quindi rispondere alle domande seguenti ponendosi esclusivamente il problema della creazione di valore per l’utilizzatore (il "come" è un problema successivo):
  • quali informazioni potrebbe raccogliere (dal suo funzionamento, dall’utilizzatore, dal contesto)?
  • quali informazioni potrebbe ricevere?
  • quali informazioni potrebbe elaborare?
  • che aggiornamenti potrebbe ricevere?
  • che cosa potrebbe imparare?
  • quali operazioni potrebbero essere monitorate/comandate da remoto?
  • quali decisioni potrebbe prendere?
  • quali processi potrebbero essere automatizzati?
  • con chi e come potrebbe collaborare?
Se dalle risposte emergono delle opportunità concrete di creazione di valore, è il momento di iniziare a pensare seriamente all’internet of things.

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