venerdì 3 maggio 2013

L'innovazione è il motore della crescita economica


L’economia italiana deve crescere, altrimenti non sarà possibile mantenere il livello di benessere a cui siamo stati abituati e sarà molto difficile pagare il nostro enorme debito pubblico.
Nelle economie moderne la crescita si può ottenere soltanto in due modi:
  • aumentando il numero di ore lavorate,
  • creando più valore per ogni ora di lavoro.

Storicamente la crescita economica in uno stato ha inizio quando l’infrastruttura statale (in particolare salute, sicurezza, diritti) ed il livello di istruzione raggiungono un livello di sviluppo adeguato. Questo è quanto è successo nel XIX secolo in Europa e negli Stati Uniti e negli ultimi decenni in Asia (in particolare Cina ed India) ed in alcuni paesi del Sudamerica.
Quando si verificano queste condizioni, si passa da un’economia di sussistenza ad un’economia industriale. Il basso costo della manodopera fa crescere la quantità di lavoro, che nella prima fase di sviluppo è il motore principale della crescita economica.
Con il passare del tempo il benessere economico aumenta ed il costo del lavoro cresce. Si entra così nella seconda fase della crescita e per rimanere competitivi è necessario aumentare la produttività del lavoro e la qualità dei prodotti. Questo è quanto è successo negli ultimi anni del XX secolo alle economie industrializzate: un grande sforzo è stato compiuto per organizzare ed automatizzare la produzione ed aumentare il numero di pezzi prodotti per unità di tempo.
Oggi nelle economie avanzate questo non è più sufficiente perchè siamo entrati nella terza fase della crescita: molti paesi sono in grado di produrre a costi bassi e con ottima qualità e molti mercati sono saturi ed assorbono quindi meno prodotti. L’unica possibilità per continuare a crescere in questa terza fase è quella di innovare i propri prodotti e servizi, differenziandosi dai concorrenti ed evitando così la pura lotta sul prezzo, che erode il profitto e strangola le imprese. In questo modo sarà possibile sia aumentare il valore aggiunto per ogni ora di lavoro, sia aumentare la quantità di lavoro, trovando uno sbocco alla grande quantità di disoccupati.
Per l’Italia il motore della crescita è dunque l’innovazione e questo richiederà profondi cambiamenti in molte imprese italiane, oggi focalizzate principalmente sulla riduzione dei costi e sull’aumento dell’efficienza.

 

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